La rivoluzione non parte da Davos, questo noi ultimi figli del XX secolo lo sappiamo ancora. Le generazioni dopo di noi sembrava di no, tra sardine-in-saor e gretinismo. Invece ci sbagliavamo, lo sanno anche loro e toccati finalmente sui privilegi acquisiti e dati per scontati reagiscono come a 20 anni bisogna fare.

Sono felice di aver visto, tanti o pochi non importa, studenti tornare a okkupare i propri licei. Basta flash mob e finte proteste da sindacato giallo, basta bambine o bambini da usare come prodotti di marketing politico che studiano da soli fuori dal portone dell’istituto scolastico. Basta fesserie, basta espedienti buoni solo per la photo-opportunity da mettere sui giornaloni amicici.

Finalmente si torna alle forme della protesta, alla lotta, alla violazione intelligente delle leggi che non danneggia ma sfida l’autorità, alla protesta organizzata, all’organizzazione politica, alla discussione fisica. Insomma alla lotta politica. 

Questi studenti che lottano per tornare a studiare poi sono migliori di noi, soddisfatti piacioni quarantenni con tutti i gadget e status symbol che si possono collezionare, che alla loro età scioperavamo, protestavamo e okkupavamo soprattutto per saltare le lezioni e flirtare. Questi vogliono tornare a studiare perché hanno capito, forse, lo spero, che in questo mondo nessuno ti regala nulla. E quel che hai o quel che ti manca te lo devi conquistare, con bei modi o meno, e che la dialettica, la lotta è l’unico modo per affermare i propri diritti ed esercitare i propri doveri.

Il Covid ci ha privato di molti affetti, ma forse anche di molte illusioni ottiche in una società bolsa e pasciuta, immotivamente tronfia di sé e del proprio benessere. Non lo so, ma voglio sperare che ci siano ancora giovani pronti a lottare davvero per sovvertire l’ordine del mondo e non al guinzaglio dei suoi padroni.

Ragazzi ve ne prego, okkupate le scuole e tornate a studiare insieme, siate coraggiosi e sfidate il potere ottuso dei vecchi impauriti!