Milano. "Alla Lombardia si applicano le misure di cui all'articolo 2 del medesimo decreto, e conseguentemente cessano gli effetti dell'ordinanza 16 gennaio 2021". Alla fine di tre pagine di ordinanza, il ministro della Salute Speranza ammette il pasticcio fatto dal suo ministero e riporta, da domani 24 gennaio, la Regione Lombardia in zona arancione.
Con l'atto firmato oggi, 23 gennaio, si rimedia solo in parte al grave danno inferto alla locomotiva d'Italia e ai suoi cittadini, artigiani e commercianti in prima linea. E cade anche il goffo tentativo, veicolato ieri con una velina al Corriere della Sera, di far passare la tesi che i calcoli sbagliati sull'indice Rt fossero un errore della Regione. In realtà era il ministero della Salute a non tenere conto del dato delle ospedalizzazioni, oltre a non valutare correttamente l'indice dei sintomatici.
IL PASTICCIO DEL MINISTERO DELLA SALUTE
L'ordinanza arriva nel bel mezzo del ricorso con cui Regione Lombardia, assistita dall'avvocato Federico Freni e dal suo team, aveva già chiarito come non vi fosse stato alcun errore nella rilevazione dei dati, nella trasmissione degli stessi. Nè tantomeno c'era stata omissione. Nonostante fosse da tempo che gli staff tecnici delle regioni facevano notare al ministero della Salute le criticità del sistema di valutazione (che non teneva conto del dato delle ospedalizzazioni), il dicastero della Salute si è ostinato a seguire la propria metodologia di calcolo. Il ricorso del governatore Attilio Fontana al Tar del Lazio ha costretto il ministro Speranza a fare marcia indietro: prima si è tentato di dare la colpa alla Regione, poi oggi l'ammissione delle responsabilità e la nuova ordinanza.
IL DATO TECNICO
Il pasticcio del ministero è dato quindi dalla mancata valutazione dell’R(t) ospedaliero, come tra l'altro richiesto dal sistema di calcolo degli indicatori adottato con il Decreto Ministeriale 30 aprile 2020. Sono state anche normalizzate le modalità di calcolo dell’R(t) sintomi che, ora, in Lombardia si attesta oggi a 0,82: in questo caso le anomalie anomalie erano dovute principalmente alla variazione della nozione di “guarito” (10 giorni senza sintomi ed 1 solo tampone negativo anziché 21 e 2 tamponi) adottata nella metà di ottobre.
La Lombardia è stata riclassificata in zona arancione sulla base della rielaborazione dei dati relativi alla settimana di monitoraggio 4-10 gennaio 2021 che ha portato all’individuazione di un R(t) puntuale inferiore ad 1.25, anziché di 1.4 come erroneamente calcolato nel report di analisi n. 35: il calcolo dell’R(t) inizialmente effettuato, infatti, teneva conto soltanto dell’R(t) sintomi – legato alla data di insorgenza della sintomatologia – e non anche dell’R(t) “ospedalizzazioni” che per la Lombardia era inferiore ad 1 (0,97).
La Direzione Prevenzione, inoltre, ha evidenziato che il Ministero avrebbe dovuto tener conto dell’indicazione proveniente dalla stessa Cabina di Regia del 15 gennaio con cui si suggeriva “di applicare incisive misure di mitigazione indipendentemente dalla trasmissibilità (ndr =Rt), volte a ridurre significativamente il numero assoluto di nuove infezioni, in particolare nelle Regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, PA di Bolzano, Veneto) che dimostrano un livello di incidenza >250 casi per 100,000 abitanti.”
EFFETTO DOMINO
Il caso Lombardia ora potrebbe fare scuola. Altre Regioni potrebbero decidere di ricorrere chiedendo un ricalcolo corretto dei dati in base ai parametri evidenziati dal ricorso di Regione Lombardia.