Il cinema perde uno dei suoi più longevi artisti. Si è spento infatti lo scorso 22 gennaio alla veneranda età di 101 anni lo sceneggiatore e regista Walter Bernstein. Ancor prima, un pezzo della storia di Hollywood, testimone della lunga evoluzione degli studios.
Mentre Hollywood si prestava in opere di propaganda per supportare l’intervento statunitense nel secondo conflitto mondiale, si era arruolato come reporter dal fronte, grazie alla sua esperienza sviluppata in università, come critico cinematografico e i suoi studi compiuti da giovane in Francia, inviato dal padre nonostante l’umile origine della famiglia, arrivata a Brooklyn dall’Europa dell’Est, dove venne alla luce il giovane Bernstein il 20 agosto 1919.
Assunto come sceneggiatore alla Columbia Pictures, fu testimone del periodo del maccartismo, quando tra gli anni Cinquanta e Sessanta si infervorò il timore della presenza di spie al servizio dell’Unione Sovietica e che vide numerosi artisti sospesi. Lui stesso, espressamente comunista, fu convocato dalla Commissione per le Attività Anti-Americane con l’accusa di essere membro del partito comunista e di passare informazioni all’URSS, nonché di aver apertamente appoggiato il Fronte rivoluzionario durante la Guerra Civile Spagnola.
Costretto a lavorare sotto pseudonimo, nel 1959 avvenne la svolta della sua vita, venendo incaricato di sceneggiare “Quel tipo di donna” (That kind of woman) dal regista Sidney Lumet.
Seguirono “Paris Blues” nel 1961 dedicato al jazz, “A prova di errore” del 1964 ambientato ed incentrato sulla Guerra Fredda, “I cospiratori” nel 1970 ovvero la storia di un gruppo sindacale di minatori irlandesi della Pennsylvania, sino a raggiungere la candidatura all’oscar nel 1977 per “Il prestanome”, diretto da Martin Ritt e interpretato da Woody Allen criticando proprio il sistema del maccartismo. Seguiranno numerosi altri lavori, quali “Yankees” nel 1979 incentrato su una storia d’amore durante la Seconda Guerra Mondiale e i suoi primi lavori da regista vero e proprio, quale “E io mi ci gioco la bambina” del 1980.
A darne notizia la moglie alla Cnn.
Per contattare la redazione scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.