Giorni fondamentali per il Recovery Plan, con il Parlamento obbligato ad una corsa contro il tempo per la riuscita dell’approvazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La scadenza per la presentazione del progetto di spesa dei fondi del Next Generation Eu è stata fissata infatti al 30 aprile, tuttavia è necessario anticipare la presentazione della documentazione a Bruxelles per garantirsi una maggiore credibilità davanti ai partner europei.
Tuttavia, la crisi parlamentare non solo toglie spazi al dibattito assembleare, ma esclude ogni coinvolgimento delle parti sociali e degli attori economici, che dovranno accontentarsi degli Stati generali della scorsa estate alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In aggiunta a ciò, il possibile cambio d’indirizzo politico potrebbe influire sulle scelte dell’esecutivo.
Considerando l’instabilità attuale nelle Camere, è persino possibile, secondo alcuni costituzionalisti, che il PNRR possa essere presentato alla Commissione Europea bypassando il passaggio parlamentare, ovvero considerando sufficiente il testo del consiglio dei Ministri (che lo approvarono il 12 gennaio). Viceversa, proprio la possibilità di ottenere una maggior potere decisionale fornirà un’ulteriore incentivo ad intervenire con modifiche alle forze parlamentari in base ai nuovi assetti dati da un possibile nuovo governo.
Attualmente, la Camera dei Deputati ha assegnato il PNRR e le modalità di esame del Recovery Plan alla V Commissione Bilancio, con l’obiettivo di votare il testo definitivo entro la prima metà del mese di febbraio, puntando all’approvazione del testo definitivo riducendo gli spazi per eventuali emendamenti.
Sono sei le missioni su cui il testo si andrà a focalizzare per un pacchetto di stimoli che comprendono politiche volte all’inclusione e alla coesione sociale oltre ad azioni volte ad incentivare la ricerca e l’istruzione, rivoluzionare il settore della mobilità sostenibile e puntare sull’efficientamento delle infrastrutture, aumentare gli spazi verdi e le politiche di transizione ecologica, implementare riforme destinate alla digitalizzazione, all’innovazione e alla competitività ed infine sostenere il settore della salute.
Se i 1.800 miliardi di euro promossi dalla UE hanno l’obiettivo di generare un'Europa più ecologica, digitale e resiliente, l’Italia avrà tutto l’interesse a partecipare attivamente a questo processo, lasciandosi alle spalle il periodo difficile imposto dalla pandemia Covid.
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