Il 2 per mille è la forma di finanziamento ai partiti istituita nel 2013 dal Governo Letta.
Ha sostituito la precedente procedura, in cui lo stato era il garante dei rimborsi per i partiti, con un processo che si origina dal singolo individuo divenuto ora garante del funzionamento politico.
La donazione viene direttamente prelevata dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (irpef).
Su un totale di 41 milioni e 372 mila contribuenti, 1 milione e 371 mila hanno deciso di devolvere il 2X1000.
Nonostante possa sembrare un numero limitato, è un tasso in continua crescita se confrontato agli anni precedenti, indice di una sempre più attiva partecipazione politica.
Il totale complessivo delle erogazioni è di 18,9 milioni, destinati a 27 partiti, correttamente istituiti presso commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei partiti politici, essa stessa responsabile dei criteri per cui un partito riceve o meno l’erogazione.
La classifica dei partiti, disomogenea rispetto alle forze politiche stesse, vede al primo posto con un totale di 7 milioni e 428 mila euro, il Partito Democratico, che raccoglie più del 36% dei contribuenti.
A seguire la prima forza politica del paese, la Lega per Salvini Premier con 2 milioni e 358 mila euro a cui si sommano i proventi di Lega Nord, che ammontano a 646 mila euro, per un totale che supera i 3 milioni di euro.
Fratelli d’Italia a seguire con l’11,9% delle scelte e 2,2 milioni di euro in donazioni.
In alta quota i partiti più piccoli come Azione (725mila), Italia Viva (725mila) e Più Europa (609mila).
Sorprende anche la strettissima vicinanza tra Forza Italia (575mila) e Rifondazione Comunista (571mila) che politicamente hanno due pesi diversi.
Si prosegue con Articolo 1 (482mila), Sinistra Italiana (438mila), Sudtiroler Volkspartei (334mila) e a seguire gli altri partiti con poco meno dell’un percento dei contribuenti.
A chiudere la classifica l’Unione di Centro con 28 mila euro in donazioni.
di Antonio Puzalkov