Brescia. Con i suoi 38 ettari dedicati, la DOC Capriano del Colle, che si estende sui 10 chilometri quadrati della collina del Montenetto, poco distante dalla città di Brescia, è una delle più piccole aree vinicole italiane. Qui una manciata di vignaioli continuano a perseverare nel raccontare una tradizione viticola di centinaia di anni, nonostante questa sia stata una delle aree più colpite dalla pandemia in corso.
Risalgono a inizio Cinquecento le prime tracce scritte di viticoltura sulla collina del Montenetto, grazie ad Agostino Gallo, agronomo nella Repubblica di Venezia, e al suo “Le dieci giornate della vera agricoltura e dei piaceri della villa”, che indicano presente e coltivato il vitigno Marzemino nell’area. Pur vantando una storia così lunga, la viticoltura a Capriano del Colle, Poncarale e Flero (comuni di riferimento per la DOC Capriano del Colle) non si è mai sviluppata come in tante altre aree. Pochi i vignaioli che hanno fatto della tutela e della produzione di questa piccola identità la propria missione di vita. Ma Capriano del Colle vanta altrettanta storia all’interno dell’arte e dell’architettura, con lo storico Palazzo Bocca-Vergine, oggi sede del Comune di Capriano del Colle, la cinquecentesca Torre Avogadro, la Seicentesca Chiesa di San Michele Arcangelo e il Santuario della Madonna della Neve, che ospita la Madonna con Bambino che appare a Papa Liberio del Bagnadore (1593). Oltre ai resti di una piccola pieve cascinale dedicata ai santi Faustino e Giovita di fine XII secolo e agli scorci naturalistici del Bosco delle Colombaie, principale macchia boschiva della collina e rifugio di numerose specie.